Il pianeta Terra anche se è nato 4 miliardi e mezzo di anni fa, in realtà è un pianeta ancora giovane. La Terra è un pianeta vivo e lo dimostra attraverso i vulcani e i terremoti.
Il nostro pianeta è formato da diversi strati e lo possiamo paragonare ad un uovo sodo: al di sotto del guscio, se lo apriamo, scopriamo altri strati.
Il guscio è la crosta terrestre che può essere suddivisa in crosta continentale (quella che forma i continenti e le terre emerse in generale) e in crosta oceanica che invece costituisce i fondali dei mari e degli oceani. Le due croste sono molto differenti tra loro sia per quanto riguarda lo spessore, la crosta continentale è molto più spessa della crosta oceanica, sia per quanto riguarda la loro composizione, infatti le rocce che le compongono sono molto differenti tra loro.
La crosta terrestre si presenta fratturata e suddivisa in pezzi come i pezzi di un puzzle; questi pezzi si chiamano placche tettoniche o zolle. Al di sotto della crosta c’è il mantello terrestre che si presenta allo stato semisolido – semifluido e fluido e se scendiamo più giù troviamo il nucleo terrestre. Il nucleo, che genera il campo magnetico terrestre, è diviso in due parti il nucleo esterno e il nucleo interno: il nucleo esterno è liquido mentre il nucleo interno a causa della grande pressione che si trova a quella profondità è solido.
A partire dalla crosta man mano che si scende verso il basso, verso il nucleo aumenta sempre di più il calore e la temperatura. I vulcani sono una chiara manifestazione del calore della Terra. Ma anche i terremoti sono una conseguenza dell’energia termica interna, capace di mettere in moto la superficie terrestre e di creare manifestazioni talvolta devastanti. Quello che avviene in profondità nel nostro pianeta è il risultato di un fenomeno che si chiama convezione, osservabile anche in un comune termosifone.
Il termosifone è molto più caldo rispetto all’ambiente che lo circonda. L’aria a contatto con il termosifone si scalda e questo la rende più “leggera” (meno densa), quindi sale verso l’alto e richiama verso il basso l’aria fredda dell’ambiente, più “pesante” (più
densa). S’innesca un movimento circolare di aria calda – aria fredda chiamata cella convettiva. La stessa cosa avviene nelle rocce all’interno della Terra, perché tra la superficie e l’interno del pianeta c’è una grande differenza di temperatura (alcune migliaia di gradi). Per scambiare il calore tra il sopra più freddo e il sotto molto caldo le rocce si spostano: ciò che è caldo, perciò leggero, sale; mentre ciò che è freddo, più denso e pesante, scende. Le rocce calde che si trovano più in profondità, risalendo in superficie, si raffreddano, aumenta la loro densità e sprofondano nuovamente all’interno del pianeta dove, riscaldandosi nuovamente, alimentano il moto delle celle convettive. Ecco che così, nelle rocce all’interno della Terra, il fenomeno fisico della convezione muove ingentissime masse di materiali e produce notevoli fenomeni geologici sulla superficie.
Tutto questo avviene nel mantello terrestre e proprio per questo diciamo che il mantello è un motore in grado di spostare la crosta terrestre soprastante, che come già detto, è suddivisa in grandi pezzi. Il movimento delle placche genera i vulcani e i terremoti.
Ma come ci siamo accorti di questi movimenti che noi non percepiamo?
Guardando il nostro pianeta e in particolare i diversi continenti, gli scienziati si accorsero che i margini dei continenti avevano delle forme che si incastravano perfettamente tra loro come i pezzi di un puzzle. Ad esempio le coste dell’Africa e dell’America del sud sembrano combaciare. Ora però questi due continenti sono separati dall’Oceano. Cosa li ha separati? Tra di loro si è formata nuova crosta oceanica a partire dalle dorsali oceaniche che sono delle lunghissime catene di vulcani sottomarini da cui esce il magma del mantello che risale verso la superficie.
Tutto dipende dal mantello terrestre: in alcune regioni il mantello è più caldo e innalza colonne di crosta incandescente che fuoriuscendo dalle dorsali oceaniche che sono delle catene di vulcani sottomarine, formano nuova crosta terrestre e muovono le zolle.
Di solito queste catene di vulcani da dove esce il magma che si raffredda e forma le rocce della crosta oceanica, si trovano nei fondali marini e non emergono in superficie, ma in alcuni casi le dorsali si trovano sopra il livello del mare, come in Islanda.
Dalle dorsali si forma nuova crosta ma quella vecchia che fine fa? Viene distrutta in corrispondenza di un altro tipo di margine quello detto appunto distruttivo che genera le fosse oceaniche. La crosta oceanica anche se più sottile di quella terrestre è però formata da rocce più pesanti e quindi quando il bordo di una placca con crosta oceanica incontra il bordo di una placca con crosta continentale più leggera, la crosta oceanica sprofonda sotto quella continentale e si inabissa nel mantello dove ci sono temperatura elevatissime e man mano che scende in profondità le rocce fondono e si generano grandi quantità di magma che tende a risalire in superficie e a formare i vulcani. Questo fenomeno si chiama subduzione. Gran parte dei vulcani emersi si trovano proprio dove le placche oceaniche sprofondano sotto le placche continentali.
Ma che cosa succede se si scontrano due placche formate da crosta continentale che quindi presenta rocce che hanno lo stesso peso? Nessuna delle due andrà in subduzione e si otterrà uno scontro dove, come negli incidenti automobilistici, si avrà una sorta di deformazione e "accavallamento" dei materiali. Questo fenomeno inspessisce la crosta terrestre, in altre parole è così che si creano le montagne. Anche parti di crosta oceanica rimangono intrappolate dentro questi accavallamenti.
Quindi il nostro pianeta cambia continuamente la sua pelle, all’inizio tutti i continenti erano uniti in un unico super continente e poi si sono separati. Chi lo sa se un giorno ci riuniremo tutti!
Quindi come abbiamo detto i maggiori terremoti e i maggiori vulcani sono proprio lungo i margini delle placche. E in Italia perché ci sono sia i vulcani che i terremoti?
La penisola italiana è attraversata dal confine tra due placche che passa in Sicilia, Calabria e lungo tutta la penisola fino al nord. Le placche si chiamano: Placca Africana e Placca Euroasiatica. La Placca Africana si sposta verso di noi e ci spinge con una velocità di alcuni mm/anno.
La parte meridionale dell’Italia si muove più velocemente rispetto a quella a nord che è più lenta. L'Italia si accorcia di 3-4 mm l'anno e questo produce tanta energia in corrispondenza della crosta terrestre e le rocce si caricano di questa energia fino a che non si rompono lungo le faglie.
Le faglie possono essere dirette, inverse o trascorrenti a seconda di come si muovono le due parti di roccia. Nel momento in cui avviene la rottura e nel punto in cui avviene si genera l‘ipocentro di un terremoto.
Lezione tenuta nel mese di marzo 2017 dalla Dott.ssa Geologa Camilla Di Bastiano
Classe IV A - Scuola A. Persia
Insegnanti: Fasciani Maria Grazia
Casella Ersilia Maria
...ed ora ricostruiamo noi il pianeta Terra
ANALISI DI “ VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA”
DI JULES VERNE
TITOLO
Viaggio
al centro della Terra (nell’originale francese Voyage au centre de la Terre) è
un romanzo fantastico di Jules Verne del 1864 pubblicato da Jules Hetzel con il
quale l’autore nel 1862 firmò un contratto, che mantenne fino alla morte, per
due libri all’anno. Narra di un viaggio fantastico nelle profondità del mondo.
E’ un’opera percorritrice del tema avventuroso del “mondo perduto”.
GENERE LETTERARIO
Romanzo
di avventura e fantastico.
AMBIENTE
IL
romanzo è ambientato nel 1863 e dura nove mesi, ma il viaggio vero e proprio
inizia il 27 maggio, il giorno della partenza da Amburgo e si conclude il 29
settembre, quando i protagonisti tornano
ad Amburgo. Il luogo interno più significativo è la casa del professor
Lidenbrock, mentre i luoghi esterni sono: Amburgo, Copenaghen, Reykjavik ed
altri paesaggi dell’Islanda, i lunghissimi cunicoli degli Snaffels e gli
sconosciuti luoghi del centro della Terra e infine l’isola di Stromboli.
L’ambiente sociale è abbastanza ricco ad Amburgo, ma in Islanda è povero.
TRAMA
Otto
LIdenbrok, rinomato professore di mineralogia ad Amburgo, trova in un vecchio manoscritto una pergamena con
un messaggio cifrato scritto in alfabeto runico. Il messaggio viene decifrato
da Axel, nipote del professore: il testo contiene le indicazioni per
raggiungere il centro della Terra attraverso un vulcano , in Islanda. Otto
decide di intraprendere il viaggio e viene accompagnato da Axel che
inizialmente diffida dell’impresa, ma poi si fa coinvolgere e da Hans una guida
che li accompagna per tutta la durata del viaggio. Dopo essere entrati nel
cratere dello Sneffels, un vulcano islandese spento, camminano per chilometri
in lunghissimi cunicoli e nelle immense cavità sotterranee trovano, oltre a
molti preziosi e rari minerali, anche resti di animali preistorici. Infine i
viaggiatori arrivano in una grande caverna e qui si trovano davanti ad un mare
che provano ad attraversare su una zattera. Durante la traversata una violenta
tempesta li scaraventa su una spiaggia e, dopo aver ripreso i sensi, esplorano
quella terra sconosciuta. Così trovano per terra un pugnale e in una galleria
trovano incise su una roccia le lettere “AS”, le iniziali di Arne Saknussem,
l’uomo che per primo era arrivato al centro della Terra.
IL MESSAGGIO CIFRATO
Il
messaggio cifrato consiste in una seria di parole di sei e sette lettere, scritte in alfabeto runico, la
cui traduzione è:
-
Nel cratere
Yocull dello Snaffels che l’ombra dello Saknussem tocca alle calende di luglio,
scendi, coraggioso viandante, e raggiungerai il centro della Terra. Ciò che
feci. Arne Saknussem.-
STRUTTURA DELL’OPERA, RAPPORTO
FABULA-INTRECCIO, NARRATORE
ESPOSIZIONE
Presentazione
dei personaggi principali (professore Lidenbrock e Axel) e di quelli minori (
Hans, Marthe, Grauben).
ESORDIO
Lidenbrock
trova in un libro antico una pergamena scritta con simboli runici, la decifra e
scopre che c’è una strada che porta alo centro della Terra.
PERIPEZIE
I
tre personaggi camminano per chilometri e chilometri all’interno dello Sneffels
ed arrivano ad un mare . Lo attraversano ed arrivano all’altra riva, ma non
sanno come proseguire.
CONCLUSIONE
Il
mare li riporta in superficie passando per un cunicolo di un vulcano in
eruzione.
La
fabula coincide con l’intreccio ; il narratore è interno alla vicenda.
PERSONAGGI
Otto Lidenbrock: professore di mineralogia ad Amburgo, non è cattivo
ma terribilmente stravagante, irascibile, intraprendente, frettoloso, è dotato
di un’immensa cultura e parla fluentemente molte lingue. E’ estremamente
determinato e disposto a tutto, tanto da arrivare a rinchiudere in casa Axel e
la domestica Marta facendoli restare a digiuno per tre giorni pur di decifrare
il messaggio. E’ Conservatore del Museo di Mineralogia di proprietà del sig.
Struve Ambasciatore di Russia.
E’
un uomo alto, magro, con una salute di ferro, d’un biondo giovanile che toglie
dieci anni ai suoi cinquanta. Il naso lungo e sottile sembra una lama affilata.
Quando cammina, compie sistematicamente passi lunghi mezza tesa e nel camminare
tiene i pugni fortemente serrati.
Abita
nella sua casetta di Konigstrasse, metà di legno e metà di mattoni, con
frontone triangolare dentellato. L’edificio dà su uno di quei canali sinuosi
che si intersecano nel mezzo del più antico quartiere d’Amburgo. La vecchia
casa è un po’ sbilenca , sporge il ventre verso la strada, ha il tetto un po’
inclinato che pende sui rami di un vecchio olmo che a primavera spinge le sue
gemme fiorite attraverso i vetri delle finestre.
Nella
casa di proprietà oltre a lui abitano anche la figlioccia Grauben e la cuoca
Marthe. Nello studio si trovano schedati nel più perfetto ordine tutti i
campioni del Regno Minerale: graffiti, antraciti, litantraci, ligniti torbe,
bitumi e resine. Nello studio il
professore siede comodamente nella sua grande poltrona ricoperta di velluto e
tiene tra le mani un libro: L’HEIME-KRINGA di Snorre Turleson con caratteri
runici. Dal quel libro esce una pergamena lunga cinque pollici e larga tre
sulla quale si schierano in linee trasversali caratteri incomprensibili che il
prof. detta al nipote e dall’esame di quei caratteri runici viene fuori un
crittogramma.
Axel : nipote adottivo di Lidenbrock. E’ un ragazzo molto sapiente nel
campo dei minerali e della geologia in generale; non ama molto l’avventura. A
prima vista appare troppo normale, pieno di paura e di buon senso, tenta di
dissuadere lo zio dal tentare il viaggio, ma infine il suo entusiasmo lo
contagia e lo aiuta nell’impresa.
Hans : E’ un cacciatore di anitre islandese. E’ un buon lavoratore con un
temperamento perfettamente calmo, non indolente. Viene assoldato come guida dal
professore, è inumanamente impassibile e
fedele. Salverà il gruppo da molte situazioni difficili senza pretender più di
ciò che gli spetta.
Grauben : è la figlioccia del professore ed anche la ragazza
di Axel. Anche lei è molto calma e pacifica; quando sa che Lidenbrock vuole
compiere il viaggio con Axel non esita un istante a convincerlo ad andarci e
gli promette che al suo ritorno si sposeranno.
LA SCIENZA DEL TEMPO
In
questo romanzo Verne sapeva di utilizzare più fantasia che scienza. Era già
noto che il centro della Terra aveva delle temperature insopportabili per gli
esseri umani e che la forza di gravità decresceva linearmente con la profondità
fino a diventare praticamente nulla al centro del globo.
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