martedì 15 novembre 2016

UNA LEZIONE CONTRO IL BULLISMO CLASSE IV A A. PERSIA


Una lezione contro il bullismo
          



Il tenente Mascolo Marco, coadiuvato dagli appuntati Di Stasio Elsi  e D’Alessandro Andrea, ci ha illustrato l’identikit del bullo, ci ha spiegato il perché del suo comportamento e come difendersi da lui.
L’idea di chiedere informazioni ai Carabinieri è scaturita in noi dalla lettura del libro di Jerry Spinelli “ Quarta elementare” , dal commento di alcuni articoli tratti dal giornalino Popotus e da alcuni brani tratti da libri di narrativa e dalla visione del video realizzato da Paola Cortellesi  sul bullismo e , dal momento che nella nostra classe c’è un compagno che ha il papà che esercita la professione di Carabiniere, ne abbiamo approfittato subito e il papà ha esteso la richiesta al suo Tenente.
Abbiamo posto loro delle domande del tipo:
·       Perché si diventa bulli e gregari di essi?
·       Perché vengono presi di mira i ragazzi più deboli?
·       Perché i bulli stanno sempre in gruppo?
·       I loro compagni cosa fanno?
·       Qual è il ruolo dei genitori?
·       Cosa si intende per cyberbullismo e come lo si combatte?
·       Cosa può succedere alla vittima se racconta tutto ad un adulto ?
·       Che cosa può fare una vittima per liberarsi da un bullo?

I Carabinieri ci hanno detto che il bullismo è una delle piaghe della nostra società sempre più diffuso tra i giovani adolescenti, ma anche tra i bambini della scuola elementare. Un ragazzo diventa bullo quando si sente incompreso, fuori posto e per far vedere che è più “ forte ”cerca di prevalere sugli altri con violenze fisiche o verbali, picchiando i ragazzi più “deboli ”, che non sono come lui , che hanno problemi fisici o che stanno male e lo fa per attirare l’attenzione su di sé. Ci hanno fatto capire la differenza tra bullismo diretto, bullismo verbale e quello indiretto-psicologico.  Ci hanno anche spiegato che la causa che contribuisce a determinare questo fenomeno è da ricercarsi non solo nella personalità dei bulli , ma anche nei modelli familiari e nel modo di vivere oggi poiché i giovani sono sempre più arrabbiati, aggressivi, lasciati soli, ma anche emozionalmente fragili e bisognosi di protezione, che da grandi diventeranno ancora più cattivi e se non vengono aiutati diventeranno dei potenziali delinquenti. Attorno al bullo e alla vittima c’è il gruppo dei pari, ci sono i gregari e compagni con ruoli differenti e significativi : c’è l’aiutante che fa ciò che il bullo dice, c’è il sostenitore che lo incoraggia ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare, l’esterno che non prende posizione e il difensore della vittima. Ridere, scherzare, stuzzicare o istigare il bullo affinché passi all’azione, senza coinvolgersi direttamente, ma godendo dello spettacolo, senza rischiare e senza sporcarsi le mani è una posizione attiva e  altrettanto problematica di quella del bullo. I prepotenti sono sempre esistiti, le manifestazioni di aggressività e sopraffazione sono componenti con cui la scuola ha sempre dovuto confrontarsi. Che cosa è cambiato allora dal tempo del terribile Franti del libro Cuore o dalla sofferenza inferta a Renzo e Lucia dei Promessi Sposi al tempo del bullo moderno? Forse nulla!
Le vittime vivono situazioni di grande disagio, di paura, di sofferenza e sono in una posizione di impotenza, non osano dire nulla e non si confidano neppure con i genitori. Invece bisogna parlare con i genitori, con gli insegnanti, con adulti di fiducia, con altri compagni di classe.
Il tenente ci ha fatto capire anche che gli adulti non devono rivolgersi ai ragazzi bulli partendo da questa “ etichetta”, ma devono aiutare il ragazzo a capire come è arrivato ad assumere questa falsa identità e che non si condanna lui come persona , ma il suo comportamento.
Il bullismo si combatte dicendo quello che succede ai genitori o ad altri adulti e non si deve avere paura di farlo.
IL cyberbullismo è più pericoloso del bullismo perché basta che una semplice foto postata su facebook venga vista da gente sparsa per il mondo , la ragazza/o fotografata può essere presa di mira  e derisa dalle persone che sono sui social network. Cellulari, computer, palmari i-phone, gps e giocattoli elettronici son tutti strumenti che fanno parte della nuove tecnologie e vengono usati anche da bambini e adolescenti che risultano essere i più vulnerabili al loro influsso e maggiormente esposti agli stimoli negativi.. Il cyberbullismo avviene attraverso i dispositivi di comunicazione come posta elettronica, messaggistica, blog, messaggi di testi , sms, mms e l’uso dei siti web e tali strumenti facilitano la possibilità di diffondere  messaggi, informazioni o video con l’intenzione di umiliare la dignità delle altre persone e con l’obiettivo principale di molestare , danneggiare, svalutare e disprezzare un individuo.
Mentre nel bullismo le persone una volta rientrate a casa loro sono al sicuro poiché la loro casa li protegge, nel cyberbullismo i bulli possono entrare nelle case delle vittime  materializzandosi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video che possono vedere tutti e senza il consenso dei malcapitati. Il potere risiede proprio nella capacità di riuscire a molestare gli altri assicurandosi del proprio anonimato e questo diminuisce il senso di responsabilità da parte del cyberbullo.
I Carabinieri ci  hanno esposto il fenomeno in modo molto chiaro e, dopo aver risposto in modo esauriente a tutte le nostre domande, ci hanno accompagnato in cortile dove era parcheggiata la loro macchina , ci hanno fatto vedere tutti i dispositivi della nuovissima vettura compreso un pannello che loro chiamano scherzosamente “albero di natale” perché si illumina, ci hanno permesso di entrare due alla volta nell’abitacolo e abbiamo preso posto su sedili di plastica duri realizzati così per essere facilmente puliti in caso di perdita di sangue o altro.
Successivamente ci hanno salutato perché dovevano tornare in servizio e noi li abbiamo caldamente ringraziati per la loro disponibilità e abbiamo accettato di buon grado i gadget che ci hanno regalato.
Una volta risaliti in aula abbiamo riflettuto su ciò che avevamo capito e abbiamo realizzato che non sempre atti scorretti possono definirsi “bullismo” in quanto con questo termine si definiscono le azioni aggressive o i comportamenti di prepotenza e offesa compiuti di proposito e in modo ricorrente da una o più persone e che  in alcuni casi può trattarsi di litigi o scherzi, magari un po’ pesanti e ci siamo messi alla prova compilando questo questionario.





                                     HAI CAPITO LA DIFFERENZA?

INDICA CON UNA CROCETTA LA SCELTA CORRETTA SECONDO QUESTA LEGENDA:

                     S= scherzo            L = litigio           B = bullismo


                                                                                                S           L           B

F. quando litiga con un compagno non riesce a spiegarsi a parole e passa subito alle mani.



M. ruba dallo zaino ogni giorno la merenda a R. e gli dice che lo picchierà se parla.



Il primo giorno di scuola un bambino della quarta va da uno di prima e gli prende la merenda.



E., più basso degli altri alunni, non viene mai chiamato a giocare nella squadra. IL Prof. lo inserisce in squadra, ma nessuno gli passa mai la palla.



D. e P. non vogliono giocare con B. Lei allora scarabocchia i loro disegni.



Un alunno tutti i giorni ottiene un euro da un compagno dietro minacce fisiche.



M. è amico di F. e spesso si prendono in giro.



M. è la più brava della classe. Prende regolarmente in giro N. perché non ha bei voti.



V. ha nascosto l’astuccio di G. Alla fine dell’ora glielo restituisce.



R. ha messo l’apparecchio per i denti. D. ogni giorno lo prende in giro con nomignoli offensivi. Gli altri ridono e qualcuno lo schernisce come fa il compagno. R. piange spesso.



M. è un bambino ordinato. Gli amici , ogni tanto, ne inventano una : sporcano con il gesso il grembiule, mettono in disordine i suoi colori….M. si arrabbia, ma poi ride anche lui.



L. dice in giro che M. puzza e che nessuno deve esserle amica.



T. ha telefonato a G. per dirle che le piace e fissare un appuntamento. G., curioso, si presenta ma non vede nessuno. T., nascosta, ride insieme alle sue amiche.



E.,P. e G. sono appassionati di wrestling e picchiano altri ragazzi durante l’intervallo.





             
Ci siamo inoltre domandati :

E’ giusto aiutare un bullo?
Che cosa vorremmo fare?
Cosa ci sembra più vicino al nostro modo di essere ?

 Abbiamo pensato di numerare queste varie proposte in ordine di importanza per noi.
 

                                   DI FRONTE AL BULLO VORREI……………..


   Rispondere con una battutaccia cattiva.

⃝  Rispondere in maniera simpatica alle sue offese prendendo le sue   cattive maniere solo come scherzi.

⃝    Offrirgli la merenda spontaneamente.

⃝  Provare a chiedergli, più volte, perché si comporta da prepotente, anche se risponde in malo modo.

⃝  Fargli ripagare i danni: chiedere scusa, restituire il denaro tolto, ridipingere le pareti della scuola che ha danneggiato con scritte e insulti….

   Invitarlo a fare un’attività sportiva con me.

⃝   Chiedergli che cosa gli piace, quali sono i suoi interessi, se ha bisogno di aiuto per i compiti……………


Proviamo a immaginare che cosa succederà al bullo in seguito alle nostre scelte!!!!!!!!!!!


E per finire questo nostro piccolo lavoro abbiamo pensato di scrivere questa poesia con l’augurio che possa aiutare tutti a sentirsi a posto con se stessi. E per capire meglio il valore che vogliamo trasmettere potremmo leggerla con un ritmo RAP.


                                      DAVANTI A UN BULLO 


Se un bullo stai per incontrare,
cambia strada e lascialo stare.
Lui è un ragazzaccio
che vuol farti diventare il suo straccio.
Quando il bullo vuol provocarti
fai finta di niente e cerca di allontanarti.
Lui si comporta da prepotente ,
pensa di essere  molto attraente
quando fa volutamente male alla gente.
Tu non lasciarti influenzare
e corri dai “grandi” per farti aiutare.
Non ti devi vergognare
se ai “ grandi” vai a raccontare
le minacce che lo sbruffone ti impone
perché certamente qualcuno gli darà la giusta punizione.
Non sei una spia ,
ma un ragazzo che vuol percorrere liberamente la sua via.
Fagli capire che di lui non hai paura,
fai tu il primo passo,
abbraccialo e aiutalo
della sua vita a prendersi cura.


Poesia inventata dagli alunni della classe IV A del plesso “ A. Persia” dell’Istituto Comprensivo “ Mazzini /Fermi” di Avezzano ( AQ)

ALCUNI DISEGNI DEGLI ALUNNI









LEZIONE CON I CARABINIERI DEL COMANDO DI AVEZZANO




 



 


 


 











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